Il Merlo

Ali del West: Libro Quattro

Traduzione dall’inglese
di Rosa Losacco

Territorio dell’Arizona
1877

Anni prima, J. Howard “Hank” Carlisle era stato mentore del cacciatore di taglie Cale Walker, ma a seguito di un litigio e dell’attacco di un puma che aveva lasciato Cale in fin di vita, le loro strade si erano separate. Una banda di Apache Nednai aveva messo in salvo Cale e, considerando le sue ferite un potente presagio, lo aveva addestrato nelle arti di di-yin, o stregone. Adesso, su richiesta di Tess, figlia di Hank Carlisle, Cale arriva a Tucson in cerca dell’uomo, ma per trovarlo dovrà attraversare le Dragoon Mountains, a cavallo tra due mondi che non collimano più, e – problema ancor più grande – riuscire a far breccia nel cuore di una giovane donna determinata a vivere la vita da spettatrice.

Da due anni, Tess Carlisle prova a sanare le ferite mentali e fisiche di un’aggressione brutale da parte di uno degli uomini del suo papá. Mantenere in vita le tradizioni del proprio retaggio messicano la aiuta e affina le sue doti di cuentista, ovvero di narratrice e “Custode delle Antiche Usanze”. Ma suo padre non si fa sentire dal giorno dell’attacco e lei teme il peggio. Tornare nel mondo di Hank Carlisle è un’impresa pericolosa, Tess lo sa e la sua unica speranza è Cale Walker, un uomo come non ne ha mai incontrati prima. Così, decisa a intraprendere il viaggio che potrebbe condurla dritta sul sentiero del proprio aggressore, rafforza la risolutezza e indurisce il cuore, finché Cale non la spinge a desiderare qualcosa a cui aveva giurato di non cedere mai… amore.

Elogi

“Antagonisti malvagi, azione a volontà, un’eroina decisa, intrecci, colpi di scena sorprendenti e un seducente cowboy – il tutto sottolineato da una sensuale storia d’amore – in questo western ce n’è per tutti i gusti.” ~ Janna Shay, InD’tale Magazine

 

“Un romanzo storico, passionale e intelligente, collocato nel deserto dell’Arizona, il cui ambiente aspro rispecchia la natura dei personaggi che lo abitano. Riusciranno due anime ferite a trovarsi e fiorire insieme? Scoprilo nel quarto titolo della serie “Ali del West” di Kristy McCaffrey. Un libro difficile da posare.” ~ Chanticleer Book Reviews

Capitolo Uno

Territorio dell’Arizona

Nei pressi di Tucson

Agosto 1877

 

Cale Walker condusse il cavallo verso il fienile. La dimora dei Simms gli era parsa momentaneamente deserta, così aveva deciso che, in attesa del loro ritorno, si sarebbe preso cura dell’animale.

 

La voce di una donna fluttuò nelle pesanti correnti d’aria di fine estate. «Venne attaccato da un león de montaña – un puma – e fu bruttissimo.»

 

Cale si fermò.

 

«Aveva perso tanto tanto sangue» proseguì la donna con un lieve accento messicano. «Gli Apache non sapevano se sarebbero riusciti a salvarlo. Era nelle mani del loro Creatore, Yusn

 

«E poi che successe, zia Tess?» chiese la voce agitata e curiosa di un bambino.

 

«Si salvò. Ma era stato segnato dal león de montaña, e gli Apache lo consideravano un fatto molto importante. Così, riconoscendo in lui uno spirito forte, gli insegnarono gli usi della propria gente, gli trasmisero la conoscenza della loro medicina e lui diventò un di-yin

 

Sta raccontando di me.

 

«Che cos’è?» chiese il piccolo.

 

Cale spinse indietro la tesa dello Stetson e si fece attento: chissà se avrebbe indovinato.

 

«Uno chamán

 

«Eh?»

 

«Un uomo di medicina» provò a spiegare la donna.

 

Ma il piccolo doveva apparire ancora perplesso.

 

«Un dottore» disse lei.

 

«Oh» replicò il bambino.

 

Erano nascosti dietro l’angolo e Cale non riusciva a vederli, ma percepì la nascente comprensione del piccolo, e immaginò i suoi occhi spalancarsi e la testa annuire.

 

«Un dottoro» ripeté la voce di una bimbetta.

 

«Proprio così, Molly Rose» disse la donna, o meglio, zia Tess. Doveva essere la stessa che era venuto a cercare lui, la figlia di Hank. «Muy buena. E adesso è ora di tornare a casa a mangiare. Te vas.»

 

«Ti aiuto?» offrì il bambino.

 

«No, Robbie, grazie» rispose Tess. «Vi raggiungo tra poco.»

 

I bambini corsero via, ma Cale non si mosse. Anche Tess rimase dov’era, mettendolo a disagio per aver origliato. Stava ancora chiedendosi come fare a palesare la propria presenza, quando il cavallo sbuffò.

 

Grazie, Bo.

 

«C’è qualcuno?» chiese lei, senza però avvicinarsi.

 

Cale si accigliò. Lo temeva? Possibile che da quelle parti le attività illecite e le razzie apache fossero così frequenti da renderla tanto cauta?

 

«Sì» disse, girando l’angolo.

 

Tess Carlisle era in piedi accanto a una balla di fieno, con i capelli neri raccolti in una treccia contro la camicia bianca e i fianchi fasciati da una colorata gonna messicana. Il sole splendeva alle sue spalle, nell’ingresso del fienile, e impediva di distinguerne i lineamenti, ma la donna appariva giovane e graziosa. E non somigliava affatto a suo padre, J. Howard Carlisle detto Hank, così com’era noto a Cale. Doveva aver preso dalla madre, che lui non aveva mai visto.

 

«Mi spiace di avervi spaventato» disse. «Mi chiamo Cale Walker. E voi dovete essere Tess Carlisle.»

 

A giudicare dallo sguardo aveva capito chi fosse. «Oh, , molto lieta.» Ma rimase lì dov’era, un fatto che a Cale sembrò strano. «E così avete accettato. Mary non ne era affatto sicura.»

 

Fu allora che vide il bastone sul quale si reggeva, e capì che aveva un impedimento a una gamba.

 

«Ho sentito che cercate Hank, ma non sono sicuro di potervi aiutare.» Esitò. «Siete ferita?»

 

Lei abbassò lo sguardo sul supporto di legno. «In un certo senso. È cosa vecchia. Volete accomodarvi in casa? Stavo per tornare dai bambini a preparargli il pranzo. Tom e Mary sono fuori al momento, hanno portato la piccola in città.»

 

«Tutto bene?»

 

«, solo un po’ di laringite. Il dottore le darà il rimedio giusto.»

 

«Baderò prima al cavallo, se non vi dispiace. È stato un viaggio lungo.»

 

«Venite direttamente dal Texas?»

 

«Sì.» Condusse l’animale a uno stallo e iniziò a togliere la sella.

 

«Io vado dai bambini» disse lei. «La casa è da quella parte. Raggiungeteci pure quando avrete finito.»

 

«Certo.»

 

La donna si girò e lasciò il fienile, appoggiandosi pesantemente al bastone ma muovendosi comunque rapida.

 

Cale la guardò allontanarsi. Chissà che cosa le era accaduto, pensò, curioso di scoprire in quale assurdità Hank potesse aver trascinato la figlia.

 

Sistemò del fieno fresco e dell’acqua davanti a Bo, quindi si diresse verso la spaziosa hacienda. Seguendo le voci dei bambini, entrò nel cortile interno. Un cane gli corse incontro, si piantò di fronte a lui e abbaiò.

 

«Cabal, ven aca» chiamò severa Tess dalla cucina.

 

Un bambino dall’apparente età di cinque o sei anni, con una massa incolta di capelli scuri e il faccino bruciacchiato dal sole, se ne stava in piedi poco oltre la soglia. «Chi siete?»

 

«È il Señor Walker, Robbie» rispose Tess dall’interno.

 

Il cane, un enorme meticcio marrone dalle orecchie flosce e il pelo corto, continuava ad abbaiare. Appoggiata al bastone, Tess apparve dietro Robbie, nel vano della porta. «Cabal, a cuccia» ordinò.

 

Il cane obbedì, ma senza staccare lo sguardo da Cale.

 

«Vi fa da guardia?» chiese lui.

 

Tess lanciò uno sguardo all’animale e sorrise, l’amore nei suoi occhi era inconfondibile. «È buono. Non morde, ma ci mette un po’ a sentirsi a proprio agio con gente nuova. Si chiama Cabal.» Posò una mano sulla spalla del bambino. «E questo è Robbie Simms, il figlio maggiore di Tom e Mary.»

 

Cale osservò meravigliato l’espressione dipinta sul viso di Tess: in presenza del bambino e del cane sembrava essersi quasi illuminato.

 

«Piacere di fare la tua conoscenza, Robbie.» Si accovacciò così da trovarsi faccia a faccia con il piccolo.

 

«Siete un cacciatore di taglie che vuole la mia testa?» chiese Robbie.

 

Cale sorrise. «No. Sono venuto solo a far visita alla tua mamma.»

 

Una bimbetta sbirciò da dietro la gonna di Tess.

 

«Lei è Molly Rose.» La giovane le arruffò i capelli con fare affettuoso. «Ha tre anni» aggiunse, mentre la piccola enfatizzava la propria età sollevando tre dita.

 

«Lieto d’incontrarti» rispose Cale. «Si dà il caso che ne conosca anche un’altra, di Molly, tua zia. Con quel nome sei in buona compagnia.» Sapeva che la bimba era troppo piccola per comprendere che “zia Molly” era anche sua sorella da parte di padre, perciò tenne quell’informazione per sé.

 

Gli occhi della bimba, col visino tondo incorniciato da boccoli castani, lo guardarono con diffidenza e curiosità.

 

«Abbiamo tortillas e fagioli» offrì Tess. «Ne volete?»

 

Cale annuì.

 

«Potete lavarvi là fuori» aggiunse lei, indicando un catino d’acqua ad altezza di bambino.

 

Lui si tolse il cappello e Molly Rose lo prese con braccio timido, fece un sorrisino e scomparve con il suo premio in cucina. Curvandosi in avanti, Cale afferrò il sapone di liscivia e si lavò via polvere e sudiciume come meglio poté, quindi si passò le dita umide tra i capelli cortissimi e sul viso. Sperava di apparire presentabile.

 

Quando entrò in cucina, Tess stava allungando le braccia verso un tegame di fagioli sul fornello.

 

«Faccio io, se permettete» disse, avanzando.

 

Tess mosse un passo indietro. «Gracias

 

Posò il tegame sul tavolo e sedettero tutti sulle panche, lui da una parte e Tess di fronte, al centro tra i due bambini.

 

«Perdón» balbettò lei senza guardarlo: avevano teso entrambi le braccia verso il mestolo e la mano di Cale si era scontrata con la sua.

 

Tess riempì due scodelle di fagioli rossi e le porse ai bambini, quindi passò a servire Cale e se stessa. Distribuì le tortillas e da una brocca versò acqua nelle tazze.

 

«Avete notizie di mi padre?» chiese, sollevando lo sguardo. Per un istante, quelle iridi di un verde mai visto prima lo incantarono, come se le colline di smeraldo irlandesi, di cui Hank gli aveva spesso parlato, si riflettessero negli occhi della figlia.

 

«No. Non lo vedo da quattro anni.»

 

«Non si è fatto sentire per niente? Non avete delle conoscenze in comune?»

 

«No. E sì, ne abbiamo. Ci siamo persi di vista nel ’73, proprio prima che tornasse qui a prendervi dopo la morte di vostra madre. Manco da queste parti da allora. Ma non si fermò, quando venne da voi?»

 

«Immagino che lo conosceste abbastanza bene» rispose lei «perciò, non vi sorprenderà sapere che invece di fermarsi qui con me, mi portò via con

 

Cale si chiese se la ferita fosse stata una conseguenza. L’esistenza di Hank era tutt’altro che calma e pacifica. «Per quanto tempo?»

 

«Due anni. Poi mi riportò indietro. E da allora non l’ho più sentito.»

 

«Perché volete trovarlo adesso?»

 

«Ho diciotto anni.» Molly Rose fece cadere un cucchiaio e Tess si chinò a raccoglierlo. Lo pulì con una pezza, quindi lo restituì alla piccola. «Non posso vivere qui per sempre, a prescindere dall’ospitalità di Tom e Mary.»

 

«Sì che puoi» s’intromise Robbie. «Noi non vogliamo che vai via.»

 

«Non vado via» rispose lei, tornando a guardare Cale. «Ma devo sapere dov’è Hank. A parte lui non ho famiglia. E se prima non lo trovo non posso decidere del mio futuro.»

 

«Vuoi sposare quell’Esteban?» intervenne di nuovo il bambino.

 

«No, Robbie.»

 

«Se vuoi aspettare me, ti sposo io.» Il faccino serio testimoniava il suo impegno.

 

Tess sorrise indulgente, e Cale si scoprì a fissare il suo naturale fascino. «E allora ti aspetterò.»

 

«Davvero?» Robbie fece un largo sorriso, cancellando in un istante l’espressione seria di prima, e si ficcò in bocca una tortilla.

 

Così, in quattro e quattr’otto, Tess non era più disponibile, pensò divertito Cale.

 

Al suono di un carro che entrava nel recinto le teste dei bambini scattarono in su. Si alzarono, subito imitati da Tess, e Cale li seguì fuori. Un uomo e una donna con in braccio un bebè si avvicinavano.

 

Capelli scuri e per niente cambiata, nel vederlo Mary Hart si fermò di colpo. «Cale Walker?» Un enorme sorriso le illuminò il volto. Lo abbracciò, attenta alla creatura che si stringeva al petto.

 

«È bello rivederti, Mary.»

 

«Grazie infinite per essere venuto. E Molly… oh mio Dio, come sta?» L’espressione entusiasta tradiva l’impazienza di ricevere notizie della sorella che per dieci anni aveva creduto morta.

 

«Benissimo. So che non vede l’ora di riabbracciarti.»

 

«Mamma, sono io Molly» disse sottovoce la piccina al fianco di Tess.

 

«Certo, tesoro.» Mary si chinò ad abbracciare la figlia. «Parlavo di zia Molly.» Si alzò e si girò verso l’uomo al suo fianco.

 

«Cale, questo è mio marito, Tom Simms.»

 

Cale gli strinse la mano. «È un piacere.»

 

«Altrettanto» rispose Tom.

 

Era magro e abbronzato, con un’espressione cordiale che lo fece sentire a proprio agio, grato che l’amoreggiamento tra lui e Mary anni prima adesso non fosse altro che caloroso affetto.

 

«Hai incontrato anche gli altri?» chiese Tom.

 

Cale annuì. «A parte quel fagottino lì.»

 

Mary si girò a mostrargli il visetto. «Questa è Evelyn.»

 

«È bellissima.»

 

«Vado a farle fare un sonnellino. Ma non vedo l’ora di scambiare due chiacchiere.»

 

Cale esitò, quindi estrasse la lettera dal taschino della camicia. «Molly voleva che ti dessi questa. Credo sia meglio tu la legga da sola.»

 

Un’espressione preoccupata attraversò il viso di Mary.

 

«Risponderà a domande su ciò che accadde dieci anni fa.» Grazie al cielo c’era quel pezzo di carta, pensò Cale, che non aveva alcun desiderio di spiegarle a voce quanto era emerso dal giorno in cui, qualche mese addietro, la sorella più giovane, Molly, era tornata in Texas viva e vegeta. Dieci anni prima, il ranch degli Hart, nel Texas del Nord, aveva subito un attacco e Robert e Rosemary Hart erano stati assassinati. Una delle loro figlie, Molly, era stata rapita dai Comanche e in seguito uccisa: inchiodata a un albero con delle frecce e arsa viva. Era stato proprio Cale a trovare il corpo della bambina di nove anni, carbonizzato al punto da non essere riconoscibile… un’immagine che non lo aveva mai abbandonato. I resti erano stati identificati grazie alla croce d’oro di Molly, tuttavia questi appartenevano a un’altra e la ricomparsa della giovane – dopo anni di vita con gli indiani – aveva scosso tutti quanti. Ancor più inquietante era stato apprendere la verità circa le origini di Molly: lei e Cale erano figli dello stesso padre. Era questa la notizia che aveva preferito Molly rivelasse a Mary attraverso la lettera.

 

«Grazie.» Mary prese il foglio piegato.

 

«Tutto bene?» chiese Tom, andandole accanto e cingendola con un braccio.

 

Lei annuì e sorrise.

 

«La metto a letto io, Evie, così avrai modo di leggere con calma» si offrì Tess.

 

Mary esitò, quindi fece un cenno di tacito assenso. Usando la mano sinistra per sostenersi sul bastone, Tess passò accanto a Cale e prese la piccola con il braccio libero, quindi scomparve dietro un’altra porta. Rosmarino accarezzato dal sole, pensò lui cogliendone il profumo.

 

Tom baciò Mary sulla guancia. «Prenditi tutto il tempo.»

 

E lei, fissando il foglio, si congedò.

 

«Adesso possiamo scambiare due chiacchiere» disse Tom rivolto a Cale. «Robbie, per favore va’ fuori e tieni d’occhio tua sorella.»

 

«Sissignore.» Il piccolo prese per mano Molly Rose e girò verso una montagnetta di terra coperta da giocattoli di legno.

 

Cale seguì Tom in cucina. «Caffè?»

 

«Volentieri.»

 

Tom prese un bollitore dalla stufa e versò del liquido fumante in due tazze di latta.

 

«Finalmente ci conosciamo» disse. «Mary ti stima molto.»

 

«Sono contento di vedere che si è sistemata bene.»

 

L’espressione sul viso di Tom lasciava intendere che aveva compreso le sue parole. Dopo la perdita dei genitori, le giovani Hart – Mary, Molly ed Emma – avevano sofferto più di quanto meritassero. E quando Matt Ryan aveva sposato Molly, la responsabilità di informare le sue sorelle era ricaduta su altri.

 

Cale aveva cavalcato fino a Fort Sumner con Nathan Blackmore e Logan Ryan. Da lì, Nathan – un Ranger texano – si era diretto verso il Grand Canyon in cerca di Emma, fuggita da San Francisco, e Logan era andato a Las Vegas, nel Nuovo Messico, a far visita a Claire, l’amica di Molly, mentre Cale aveva proseguito fin qui per consegnare la lettera di Molly a Mary e, su richiesta di quest’ultima, aiutare Tess Carlisle.

 

«Dovremmo parlare di Hank Carlisle» disse senza preamboli Tom.

 

«Sai dove si trova?»

 

«Non di preciso, ma forse un indizio ce l’ho. A Tess non l’ho mai detto… è così determinata a trovare il padre che ci andrebbe da sola. Mary, però, l’ha convinta ad aspettare te. Conosco Hank e il genere di uomini che frequentava, e non penso che Tess dovrebbe avvicinarglisi.»

 

«Concordo. Perché l’ha lasciata con voi?»

 

Esitante, Tom bevve un sorso di caffè. «Si presentò qui con Tess due anni fa» disse, fissando nella tazza per un istante. «Era piuttosto malconcia.»

 

«Come mai?»

 

Tom scosse piano la testa. «Non lo so. Tess non l’ha mai detto. Ha raccontato qualcosa a Mary, ma non poi tanto. Era stata pestata ben bene, e aveva una pallottola nella gamba. Chiunque sia stato fece un lavoro… completo. Per fortuna, non rimase incinta.

 

«Hank mi chiese di prendermi cura di lei, con discrezione, e se ne andò. Per i primi mesi mandò del denaro, ma da allora non l’ho più visto. Non disse mai dov’era. È più di un anno che non ricevo sue notizie. Potrebbe essere morto. Non so. O magari è andato a cercare il colpevole. Conoscendo Hank, lo avrebbe trucidato.»

 

Cale annuì. Hank Carlisle era spietato. Lo sapeva per esperienza diretta. Anzi, era stata una delle ragioni per cui si era allontanato dal proprio mentore. Questa, e Saul Miller.

 

«Cosa sai di preciso?» chiese Cale.

 

«Circa sei settimane fa, ho sentito per caso un fornitore in città che parlava di una piccola incudine spedita a un certo Henry Worthington, a Tubac. Dando uno sguardo all’ordine, ho visto un altro nome… Carleton Perry. Il denaro che arrivava per Tess non era da parte di Hank, bensì di Perry, così ho immaginato che fosse lui.»

 

«E hai fatto bene» rispose calmo Cale. Era capitato che Hank usasse lo pseudonimo di Carleton Perry.

 

«Ti sono grato per essere venuto qui. Andrei a cercarlo io stesso, ma non mi va di lasciare soli Mary e i bambini.»

 

«Qualche problema con gli Apache?»

 

«No. A sentire le chiacchiere che girano a Tucson si direbbe non ci diano tregua. La verità è che a qualcuno dei commercianti locali piace riempire i giornali del territorio con esagerazioni e a volte vere e proprie bugie. Solo una buona scusa per aumentare la presenza militare e, di conseguenza, più clienti per loro. Ma adesso che Geronimo è rinchiuso nella San Carlos, sembra che le tensioni si siano placate.»

 

Cale comprendeva. «Come va l’attività qui al ranch?»

 

«Resisto. Fort Lowell compra gran parte del bestiame. E non lo nego, dall’esercito beneficiamo tutti. La verità, però, è che ho deciso di vendere questo posto e trasferirmi in città. Ho già un’offerta e la possibilità di comprare un mulino. Offrirei una casa più bella a Mary, e Robbie potrebbe andare a scuola. Mia moglie non lo dice, ma penso che qui si senta sola. La presenza di Tess è stata una vera benedizione.

 

«Comunque, di Hank non so granché» proseguì Tom. «Parecchi anni fa, Mary diventò amica di Isabelle, la madre di Tess, e col passare del tempo i nostri cammini si sono incrociati. Nonostante trascurasse la famiglia, Hank mi piaceva. Ma sta’ attento. Quanto è successo a Tess potrebbe essere fonte di altri problemi.»

 

«Capisco» rispose Cale. «Se Hank è vivo, lo troverò. Parto appena si fa giorno, prima che Tess si svegli.»

 

«Non le piacerà essere lasciata indietro.»

 

«Si direbbe davvero figlia di Hank.»

 

Tom rise. «Già, proprio così.»