
Disponibile in formato eBook e cartaceo.
La Colomba
Ali del West: Libro Due
Traduzione dall’inglese
di Rosa Losacco

Incrociando il vicesceriffo Logan Ryan sui gradini del Colomba Bianca, dove lei si cela sotto le spoglie di una donnina allegra del saloon, Claire Waters lo induce a credere il peggio.
Quando il vicesceriffo Logan Ryan trova Claire Waters nel mezzo di una vivace cittadina sul Sentiero di Santa Fe, il violento schiaffo della delusione lo colpisce in pieno viso: la donna che ricordava non esiste più. A rimpiazzarla c’è una giovane di facili costumi con allettanti curve e… un mare di guai. Intrappolati in una rete d’inganni con uomini tanto disperati quanto pericolosi, Logan cerca di proteggere Claire, ignorando però che la minaccia maggiore arriva dal proprio passato.
Tormentata da una vita di vergogna, Claire vorrebbe sprofondare quando Logan la scopre sulla soglia del Colomba Bianca, vestita da prostituta. Così gli lascia credere il peggio, ma tra la scomparsa della madre e le ragazze che abbandonano il saloon in gran numero, si vede costretta ad accettare la sua offerta di aiuto. Nell’intraprendere un viaggio che dipanerà il tessuto della sua vita, una cosa si fa chiara: aprire il cuore potrebbe rivelarsi l’impresa più pericolosa.
Un sensuale western storico ambientato nel Territorio del Nuovo Messico (1877).
Elogi
“…splendide descrizioni delle Sangre de Cristo Mountains, della Las Vegas di fine ‘800 e del podere dei Ryan. Mi sono sentita trasportata proprio in quei posti lì.” ~ Love Romances
“McCaffrey scrive con il cuore… una lettura da non perdere.” ~ The Romance Studio
“Se amate i romance di genere western, vi raccomando di leggere questo.” ~ Romance Junkies
Capitolo Uno

Territorio del Nuovo Messico
Luglio 1877
«Le puttane sono molto più carine da quella parte.» Il messicano sdentato fece un largo sorriso e puntò il dito verso Pacific Street.
Riflettendo su quel commento, Logan Ryan legò il cavallo e si avvicinò all’edificio a due piani con la scritta COLOMBA BIANCA decorata con motivi floreali in pittura bianca su sfondo rosso. Posò un piede calzato da stivale contro un gradino consunto e si mise con aria disinvolta le mani sui fianchi.
Possibile che Claire Waters fosse lì dentro?
Forse il messicano, che puzzava di whisky, lo aveva frainteso. Cercate le Waters? Sí, una la trovate lì. Eppure Logan era sicuro che l’uomo avesse indicato proprio quel posto.
Si spinse il cappello indietro consapevole dell’approssimarsi della notte, così come confermavano la sua stanchezza nonché la maggiore attività all’interno del saloon e sulla strada polverosa alle sue spalle. Il fumo di sigari e il vociare indisciplinato degli uomini nell’edificio riempivano l’aria.
Las Vegas, una cittadina molto animata sul Sentiero di Santa Fe, era la fermata proprio prima di quest’ultima, e con tutto il traffico generato da commercianti, mercanti, allevatori e militari da Fort Union era naturale che abbondasse di saloon e sale da ballo. Forse il messicano aveva semplicemente dato per scontato che Logan volesse divertirsi un po’.
Salì i gradini, stanchissimo ma spronato dalla prospettiva di trovare Claire Waters. Aveva cavalcato a tempo di record fermandosi giusto qualche ora a Fort Sumner per informarsi sullo stato di salute di Lester Williams, il mandriano che l’aveva accompagnata a casa dopo il breve soggiorno all’SR, il ranch della famiglia di Logan. L’anziano, al servizio dei Ryan da anni e ben più di un semplice impiegato, aveva inviato un telegramma in cui sosteneva di essere troppo ammalato per tornare, spingendo così Logan a cercarlo. Per fortuna, la salute di Lester era molto migliorata e presto l’uomo sarebbe stato in grado di tornare in Texas, ma il fatto che la febbre lo avesse costretto a letto per più di due settimane preoccupava Logan, che si chiedeva se anche Claire ne fosse stata colpita. E se proprio in quell’istante una misteriosa malattia la stesse consumando?
Le porte ad ali di pipistrello del saloon si spalancarono con un penetrante cigolio, e un misto di seta nera e pelle nuda lo investì. Prima ancora che Logan potesse aiutarla a ritrovare l’equilibrio, la sagoma dal dolce profumo finì di sedere per terra con un sonoro tonfo.
Curve nei posti giusti e un décolleté capace di tentare qualsiasi uomo… gli occhi di Logan percorsero il corpo femminile in tacita approvazione. Non era tipo da trastullarsi con donnine da saloon, lui, tuttavia quel pensiero acquistava d’improvviso valore, e con un’intensità che lo sorprese. Si chinò verso la donna – chiaramente una delle puttane più carine cui aveva fatto riferimento il messicano – e le offrì aiuto a rialzarsi.
«Perdonatemi, signorina. Tutto bene?» Lanciò un’occhiata all’interno del saloon, quasi aspettandosi di vedere qualche allupato cliente alle spalle della giovane.
Ma quando quella sollevò gli occhi verso i suoi, le profondità verdi si fecero riconoscere all’istante. Scosso, Logan sentì il respiro abbandonare i polmoni come se lei gli fosse piombata di nuovo contro.
«Claire?» Era sbalordito. I capelli neri lo avevano confuso. Claire Waters aveva la chioma lunga color del sole.
Gli occhi della giovane si spalancarono. «Logan? Che ci fai qui?» chiese con evidente sconcerto.
«Cercavo te» ribatté lui, ignorando la lancinante fitta di delusione che il suo abbigliamento e la finzione gli procuravano: era chiaro che non fosse la donna tranquilla e riservata che aveva conosciuto al ranch dei suoi. A dire il vero, di lei non sapeva quasi niente, ciò nonostante aveva voluto vederla lo stesso, e si era precipitato spinto dalla preoccupazione e dalla speranza.
«Perché? È successo qualcosa? Sta bene Molly?» Ignorò la sua mano e si rimise in piedi da sola. Logan la osservò irritato lisciarsi in tutta fretta il corpetto aderente che metteva in bella mostra i suoi attributi. Quanto aveva trovato quasi irresistibile fino a un attimo prima era adesso sotto gli occhi di tutti. Il che non gli piaceva affatto.
Tese il braccio ad allontanare una lunga ciocca scura che gli impediva di vedere il viso di Claire, ma lei si affrettò a sistemare la parrucca da sé. Così, riluttante, lasciò ricadere la mano.
«No, non è successo niente» rispose. «E Molly sta bene. Ma all’SR era arrivata notizia che Lester stava male e ho voluto accertarmi che tu stessi bene.»
«Lester sta male?» ripeté lei. «Non ne avevo idea. Stava benissimo quando mi ha lasciata fuo… ehm… qui vicino. Ha bisogno di un dottore?»
Logan si accigliò. Parlando con Lester, l’uomo non aveva saputo dirgli con certezza dove si trovasse Claire: dietro sua insistenza, l’aveva salutata fuori città tre settimane prima e si era diretto a sudest verso Fort Sumner. Claire lo aveva persuaso che non ci sarebbero stati problemi perché abitava a poca distanza da lì e lui aveva ceduto, tutt’altro che convinto di aver fatto la cosa giusta, ma subito dopo aveva iniziato a tremare e a star tanto male da non reggersi quasi in sella, quindi era caduto preda della febbre.
Avrebbe dovuto essere Logan ad accompagnarla a Las Vegas, solo che Claire non avrebbe potuto scegliere periodo peggiore per tornare a casa. Suo padre e tutti al ranch si stavano preparando per il raduno primaverile e Logan non se l’era sentita di sottrarsi al proprio dovere di figlio.
«No. Sta bene.» Chissà perché era lieto e al tempo stesso infastidito dalla sua preoccupazione per Lester, si chiese sorpreso per quel lampo di gelosia.
Da sotto la ripugnante, incolta massa scura, Claire lo fissava, stretta in quell’abito che qualcuno avrebbe dovuto tagliarle di dosso per liberarla. Era il caso di offrirsi volontario?
Imprecando sottovoce, si fermò brevemente a riflettere su come procedere. I fatti parlavano da soli: Claire era una prostituta. E lui avrebbe potuto farsene una ragione. Molte donne vendevano i propri corpi per sopravvivere. Tuttavia, che altri uomini l’avessero toccata non lo faceva star meglio.
«Sei da solo?» chiese lei.
«Sì. Cale ha cavalcato con me fino a Fort Sumner, poi ha proseguito verso il Territorio dell’Arizona.» Con Cale Walker si erano frequentati soprattutto da ragazzi nel Texas, poi quello si era arruolato nell’esercito contemporaneamente a Matt, il fratello di Logan, e sebbene Logan avesse lasciato l’incarico di vicesceriffo a Virginia City e fosse tornato a casa più di un anno prima, Cale, ormai non più soldato, era rimasto nei territori a cacciare taglie. La scoperta due mesi prima che Cale era, di fatto, il fratello di Molly Hart – cognata di Logan – li aveva riavvicinati.
«Spero stia bene.»
Logan annuì.
«Sei venuto fin qui per trovare me?»
«Sono venuto per Lester.» Incrociò il suo sguardo ansioso, incorniciato da ciglia scure nonostante il biondo naturale dei capelli. Aveva dimenticato quanto bella fosse, quanto gli era piaciuto sedersi a cena al ranch solo perché lei gli stava di fronte. «E sono venuto anche per te.»
Claire lo guardò e le graziose labbra si schiusero come per dire qualcosa tra l’incertezza che le si dipingeva sul viso e…
Il brusco clamore degli uomini che litigavano giocando a carte la fece trasalire.
«Qualcuno ti sta importunando?» chiese Logan.
Con una mano sul petto, Claire sembrò confusa. «No. Che cosa te lo fa pensare? Anzi, ho davvero molta fretta. Mi ha fatto un gran piacere vederti. Porta i miei saluti a Molly, per favore.» Lo superò di corsa e scomparve dietro l’angolo.
Logan la fissò allontanarsi, allibito da quell’improvviso congedo.
Doveva seguirla. Non poteva tornare a casa con informazioni tanto scarne, Molly lo avrebbe preso a calci nel sedere per non aver prolungato la “visita” … anche se non aveva idea di come avrebbe fatto a metterla a parte della situazione di Claire. Mosse qualche passo deciso in avanti e quasi cadde all’indietro nel vederla apparire da dietro l’angolo del saloon in sella a un cavallo.
«Che ti salta in mente?» ruggì. «Molly si aspetterà ben più di un arrivederci e grazie da te.»
«Non voglio essere scortese» rispose lei, sforzandosi di controllare il castrato vecchio e alquanto nervoso «ma una delle donne lì dentro è nei guai. Devo assolutamente cercare aiuto.»
«Che genere di guai?» Non era la prima volta che gli capitava di cacciarsi in situazioni da evitare.
«Sta male. Sanguina.» Lo sguardo di Claire corse dalla strada al saloon e Logan si chiese perché si preoccupava tanto che qualcuno la vedesse. Per non parlare, poi, di quella orrenda parrucca nera. L’istinto gli diceva che la donna lì dentro non era l’unica in pericolo.
«È in una condizione al di là delle mie capacità» aggiunse Claire. «Devo andare a cercare qualcuno.»
«Il medico locale?» Poteva andarci lui.
Claire scosse la testa. «Non ci viene qui. Nessuno di loro lo farebbe. Ma c’è una donna indiana che vive in collina. Lei ci aiuterà.»
«Vengo con te.» Andò a recuperare Tempesta, la sua giumenta marrone che nonostante giorni e giorni di corsa alle spalle si mosse entusiasta.
«Non è il caso» rispose Claire. «Ci sono già andata centinaia di volte.»
«Così vestita come sei, mi sorprenderei se non fossero i guai a cercare te e colpirti tanto forte da stenderti di nuovo su quel grazioso didietro. Credo che per stasera una volta sola basti» disse montando in sella. «Ti seguo.»
Non ci avrebbe giurato, ma gli occhi di Claire sembrarono rispondere alla sua determinazione con un guizzo di gratitudine. Annuendo, la giovane incitò il proprio animale al galoppo e li guidò dapprima nei vicoli bui oltre Pacific Street e subito dopo attraverso le terre selvagge delle Sangre de Cristo Mountains illuminate dalla luna.
* * *
Dovunque stessero andando, non era vicino. E poiché quelle zone si somigliavano tutte, Logan aveva difficoltà a marcare nella mente il territorio: rocce friabili, sporadiche macchie di cactus e infiniti gruppi di pini e ginepri con rami che si aggrappavano a gambe e braccia, graffiandole. Il fastidio che procuravano a lui era minimo, ma intuiva già che i lividi e le ferite di Claire al termine di quella rapida cavalcata in salita non lo sarebbero stati affatto. Seminuda com’era, con l’abito succinto che si raccoglieva intorno alle cosce tornite coperte da seducenti calze rosso scuro, non rappresentava altro che una distrazione nel suo terreno mentale. Tuttavia, la donna era determinata e procedeva senza sosta.
La mente di Logan tornò per un attimo al loro primo incontro. Claire era arrivata all’SR con Molly Hart, i cui genitori erano stati vecchi amici di famiglia dei Ryan. Dieci anni prima, uno sconvolgente attacco al ranch degli Hart si era concluso con la morte di Robert e Rosemary Hart e prove convincenti a sostegno dell’assassinio della seconda figlia, Molly. La raccapricciante scoperta del corpo di una bambina – mutilato e bruciato al punto da non essere riconoscibile – aveva lasciato pochi dubbi nelle menti di Logan e dei suoi familiari. Ma un capriccio del destino aveva voluto Molly salva e nelle mani dei Comanche, con i quali aveva vissuto per molti anni finché non era riuscita a tornare a casa. I genitori di Logan l’avevano accolta con le cerimonie riservate a una figlia persa e ritrovata dopo molto tempo, e suo fratello Matt se ne era innamorato perdutamente, tanto che sorprendendo tutti aveva rinunciato ai giorni da Texas Ranger sempre in sella e l’aveva sposata. Per Logan, però, il ritorno di Molly aveva significato qualcos’altro: l’arrivo di Claire all’SR.
Viaggiando da sola, Molly aveva attraversato il Territorio del Nuovo Messico nel tentativo di raggiungere il Texas e la casa che non vedeva da dieci anni. Arrivata poco fuori Albuquerque, per un caso puramente fortuito aveva trovato Claire, massacrata di botte e lasciata a morire in un arroyo deserto. Si era presa cura di lei fino alla guarigione e poi l’aveva portata con sé in Texas.
Circostanze, quelle, che Logan aveva appreso da Matt – giacché Claire non ne aveva mai fatto parola durante il breve periodo della loro conoscenza e lui non se l’era sentita di indagare – ma data la stranezza del loro primo incontro, non lo sorprendeva che la giovane non avesse mai provato particolare simpatia per lui.
La notte del loro arrivo all’SR, la madre di Logan aveva ceduto la sua stanza a Claire. Dopotutto il figlio era andato a controllare il confine a sud e la donna era convinta che non sarebbe rientrato prima del mattino. Quasi rassegnato a dormire sotto le stelle e tuttavia allettato dall’idea di un letto soffice e una colazione abbondante, però, Logan era tornato a casa nel mezzo della notte e, come sempre faceva, si era infilato sotto le lenzuola nudo come il giorno in cui era nato. La scoperta di un caldo corpo femminile e il successivo attacco lo avevano sorpreso e spaventato a morte. Claire si era battuta come una lince, catturando al contempo il suo interesse come non capitava da molto tempo.
A quel ricordo, nella sua mente seguì spontanea una domanda: se se ne andava in giro vestita da prostituta, perché il suo comportamento in Texas aveva detto tutt’altro? Prima di tornare a casa avrebbe costretto quella bellezza dai capelli scuri a fare due chiacchiere, decise. Innanzitutto, voleva scoprire perché l’intera faccenda non sembrava che un cumulo di sciocchezze.
La parrucca saltò via dalla testa di Claire e rimase impigliata in un ramo. Passandole accanto, Logan la prese senza fatica, sventolandola quando la proprietaria si girò a guardare visibilmente costernata.
«Recuperata» disse, contento di vedere finalmente la chiara massa di capelli raccolti in uno stretto chignon sulla testa. Chissà se prima di andarsene li avrebbe visti almeno una volta sciolti. Ma sì, come no, quando il sole sorgerà a ovest! Avrebbe fatto meglio a controllare le proprie intenzioni con quella donna. Come gli aveva insegnato la sua ex fidanzata, Dee Griffin, buone intenzioni e donne perbene non andavano necessariamente a braccetto. Per quanto si fosse sforzato di compiacerla, infatti, Dee se l’era svignata comunque senza neanche un arrivederci o un va’ all’inferno. Qualunque altra cosa sarebbe stata preferibile al suo silenzio e alla vile fuga tra le braccia di un altro uomo, invece era andata proprio così.
Superando gli alberi, i cavalli raggiunsero una radura erbosa al limite della quale era visibile una casetta di argilla e paglia. Del fumo s’innalzava dal camino e una pallida luce tremolava attraverso un’unica finestra appannata. Claire smontò da cavallo ancor prima che l’animale fosse del tutto fermo. I tacchi assurdamente alti dei lussuosi stivaletti rimasero incastrati nel terreno mandandola al suolo con un suono strozzato di sorpresa, ma senza aspettare che Logan smontasse e offrisse aiuto si alzò e barcollò verso la capanna.
«Tia! Ci sei?» chiamò, bussando ripetutamente alla porta che si aprì nell’istante in cui arrivava Logan.
Una donna indiana, bassa e robusta, li accolse con un marcato cipiglio sul viso.
«Tia, grazie a Dio» disse in fretta Claire, col fiato corto.
La donna inspirò bruscamente. «Palomita? Tu? Tutti dire che morta.»
Claire annuì. «Lo so.»
Visibilmente scossa, Tia le toccò la guancia. «Oh bambina, io pregato Sin-o’-Wap che lui preso possesso di tua anima, che tu andata a terra di caccia felice. Mio cuore spezzato per te.»
Claire si abbassò e abbracciò la donna. «Mi dispiace di non essere passata a trovarti prima» sussurrò. «Avevo paura di coinvolgerti, che Sandoval o Griffin mi vedessero, che potessero farti del male.» Tornò a guardarla. «Sono confusa e non so di chi fidarmi, ma ho bisogno di te. È urgente, altrimenti non sarei venuta. Ellie perde troppo sangue e io non so come farla smettere.»
Il nome Griffin catturò l’attenzione di Logan; il collegamento sembrava improbabile, tuttavia… dopo la sua fuga aveva cercato Dee per giorni e settimane, ma le tracce si erano rivelate difficili da seguire fino a perdersi del tutto a Denver. Così, ormai stanco delle donne e della vita in generale, se n’era tornato nel Nevada, aveva lasciato il posto di vicesceriffo di Virginia City e si era rifugiato dai suoi in Texas, trovando conforto nella gestione del ranch con le sue fatiche quotidiane.
«Come ogni donna?» chiese Tia.
«Sì, ma peggio. Molto, molto di più» terminò Claire con un singhiozzo.
«Sí, io viene con te.» Tia versò acqua sulla fiamma nel caminetto alveare e, tra il vapore e l’acuto sibilo che subito riempirono la stanza, andò a prendere una grande borsa di pelle. Fu solo uscendo dalla capanna che si accorse di Logan. «E voi chi essere?»
«Logan Ryan, signora» rispose lui toccandosi leggermente il cappello.
Il largo sorriso di Tia fu immediato. Nonostante le striature bianche nelle due trecce nere che pendevano ai lati del viso e la pelle increspata intorno agli occhi, appariva giovane, quasi frivola. Spinse indietro la testa. «Voi molto alto. Ma fare da guardia a Palomita?» Senza aspettare la risposta, annuì. «Essere ora che qualcuno proteggere lei. Ora che voi arrivare.»
«Non è come pensi tu» s’intromise Claire.
Tia sorrise. «Forse non per te.» Tese a Logan una mano dalle dita tozze e aggiunse: «Voi chiamare me Tia Anita.»
Logan gliela strinse. La curiosità dell’indiana, giustificata com’era dall’evidente affetto per Claire, non lo infastidiva. «Avete un cavallo?» le chiese.
«Sí, ma lui molto lento.»
«Puoi cavalcare con me» disse Claire, spingendola verso i due animali in attesa alle loro spalle.
Tia respinse l’idea con un gesto della mano. «Reverend troppo vecchio per portare due pesi. Guarda, lui già stanco. Andare tranquillo e noi fortunate di arrivare il giorno dopo domani.»
Logan accarezzò il muso del cavallo. Il manto grigiastro era lungo e trasandato ma gli occhi apparivano limpidi e nerissimi. Che non fosse abituato a un vigoroso e costante esercizio era fin troppo chiaro, ciò nonostante c’era ancora fervore in lui. Lo guardò annuendo in tacita approvazione, consapevole del fatto che anche l’animale lo stesse scrutando così come aveva fatto Tia qualche attimo prima.
Che dire? Claire si circondava di creature risolute; chissà se quella bellezza bionda e riservata aveva anche delle convinzioni proprie. D’improvviso si sentì assalito dal desiderio di conoscerla meglio. Sebbene avesse pensato spesso a lei da quando aveva lasciato l’SR, e fosse andato lì con l’intenzione di trovarla – anche se fino a quel momento non lo avrebbe ammesso – la verità era più che altro un problema per lui. Adesso che l’aveva di fronte, infatti, la trovava ancora più attraente, affascinante e interessante di prima.
E per giunta una potenziale prostituta.
Il suo talento nello scegliersi le donne era impagabile.
«Claire può cavalcare con me» disse, aiutando Tia a montare in groppa a Reverend, quindi si mise in sella a Tempesta e afferrando Claire per la mano la tirò su dietro di sé. Strattonò via dal pomo la parrucca, si girò e le calcò la massa scura sulla testa.
«Grazie» mormorò lei, sfiorandogli le mani nel tentativo di sistemarsi la chioma posticcia.
«Stai meglio bionda.» Il suo sguardo confuso, in risposta a un semplice complimento, lo divertì, ma fu solo dopo essersi girato, tornando a guardare in avanti, che le labbra si distesero in un sorriso. Era ovvio che Claire non sapesse comportarsi da ragazza da saloon e Logan intravide il primo barlume di speranza: forse le cose non stavano così come apparivano.
«Voi conoscere strada?» chiese Tia.
«Sarà meglio che andiate avanti voi.» Non voleva rischiare di sbagliare. Ogni minuto doveva essere prezioso per quella povera Ellie.
«Reggiti» intimò a Claire, afferrandole entrambe le mani e attirandola quanto più possibile a sé. Per la sua sicurezza, naturalmente.
Ma a chi voleva darla a bere!




